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I gattini di Bruxelleslockdown, secondo Robecchi

I gattini di Bruxelleslockdown, secondo Robecchi

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Su suggerimento di @Gio.

Durante l’operazione di polizia a Bruxelles dello scorso 22 novembre le autorità hanno chiesto a giornali e utenti dei social network di non pubblicare aggiornamenti sugli eventi, e gli utenti di Twitter hanno risposto con l’hashtag #Bruxelleslockdown corredato da gattini, seguiti poi a ruota da alcuni quotidiani nelle loro edizioni online.
Un evento visto con favore da molti e che ha fatto riflettere molti altri. Tra questi Alessandro Robecchi, che ne parla sul suo blog:

A farla breve, mettendosi in testa un gattino invece di un elmetto, la stampa belga, Le Soir in testa, è diventata per una notte embedded. Giusto? Sbagliato? Gli esperti di mass media rifletteranno a lungo, e li lasciamo al loro dibattito. Una cosa è certa, però: d’ora in poi all’apparire in rete di una dose di gattini eccedente il normale, a un profluvio di gattini, a uno tsunami di gattini, un brivido ci correrà per la schiena: significa che è in corso qualcosa di cui non dobbiamo sapere, le notizie sono, in qualche modo, vietate.

 


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